Il noce comune

Il noce da frutto o noce bianco (Juglans regia L.,1753) è un albero appartenente alla famiglia Juglandaceae. È il rappresentante più conosciuto e più importante dal punto di vista economico nel suo genere, ed è anche chiamato con i termini “noce comune” o “noce reale”.

Per le sue dimensioni maestose e la grande longevità (ne esistono esemplari centenari) grazie alla crescita lenta, possiamo considerare il noce il re degli alberi da frutto. Il frutto (seme) viene detto noce.
Il noce è tra i legni più pregiati al mondo, particolarmente apprezzato per la sua resistenza e durezza, si presenta bruno con tendenza a scurirsi. Il noce europeo (Juglans regia), chiamato “noce nazionale” è assolutamente il più pregiato, in particolare la parte della radice ossia la “radica di noce”.

Piantare un noce, mai due

Il noce comune, con i suoi 20 e passa metri d’altezza e 12 di diametro, necessita di spazio e di tempo. Non è una pianta per gli impazienti, ma induce piuttosto alla meditazione. È quindi abbastanza coerente che la si trovi normalmente in condizioni di “solitudine”.

L’albero era di norma uno solo: chi provava a piantarne un secondo nelle vicinanze, rimaneva presto deluso, perché il nuovo arrivato si seccava miseramente entro pochissimi anni dall’impianto. Lo avevano notato già i Romani, che infatti non lo tenevano in grande considerazione. Nell’Ottocento, la scienza botanica ha risolto il mistero. Il noce è un albero allelopatico, capacità, da parte di alcune specie, di produrre sostanze in grado di inibire lo sviluppo di altre piante. Lo scopo è evidente: tenersi tutte per sé le sostanze nutritive, godere di maggiore spazio, di più ossigeno e della migliore illuminazione.
Questo fenomeno, chiamato “allelopatia”, è determinato dalla produzione a livello radicale di sostanze metaboliche (le rizotossine) che risultano velenose per piante della stessa o di altre specie. L’azione è efficace in un raggio variabile dai 40 cm delle piante erbacee fino ai 20 m nel caso degli alberi come, appunto, il noce.

Leggende

Si racconta che Dione, re della Laconia, aveva sposato Anfitea che gli aveva dato tre figlie: Orfe, Lico e Caria. Un giorno Anfitea accolse con i più grandi onori il dio Apollo che viaggiava attraverso quelle terre. Per ricompensa egli promise alle fanciulle doni profetici purché non tradissero mai gli dei e non cercassero di sapere quel che non le riguardava.
Qualche tempo dopo arrivò in quei luoghi Dioniso che, ospitato nella casa di Dione, si innamorò di Caria. Al termine del suo viaggio intorno alla Terra, tornò nella casa di Dione, spinto dal forte amore per Caria. Fu allora che Orfe e Lico, incuriosite, cominciarono a spiarlo, infrangendo così il voto fatto ad Apollo. Gli avvertimenti di Dioniso non valsero a nulla, perciò il dio decise di punirle facendole impazzire per poi tramutarle in rocce.
Caria ne morì per il dolore; ma Dioniso, che l’aveva tanto amata, la trasformò in un noce dai frutti fecondi. Fu poi Artemide, a raccontare questa storia ai Laconi i quali la chiamarono poi Artemide Cariatide, ereggendo in suo onore un tempio.

Il noce di Benevento

Nel Medioevo, si diceva che nella notte di San Giovanni le streghe, capeggiate da Diana (l’Artemide greca), volassero a migliaia per recarsi sotto il noce di Benevento dove si teneva un gran sabba. Sembra che quel noce fosse vecchissimo perché nel VII secolo, durante il regno di Costante II, il vescovo Barbato lo aveva fatto sradicare per porre fine ad alcuni riti pagani. La convinzione che streghe e demoni prediligessero il noce per i loro sabba era diffusa in tutta Italia. A Roma dice una leggenda che la Chiesa di Santa Maria del Popolo fosse stata costruita là dove prima si trovava un noce intorno al quale danzavano migliaia di diavoli.

Però il noce di Benevento rimase comunque l’albero delle streghe per eccellenza. Perché?
Tale credenza deriva dal fiume Sabatus, che costeggia la città prima di confluire nel Calore: tale nome ci riporta appunto al sabba. Questo legame con il mondo infernale ha fatto sì che l’albero evocasse un simbolismo funesto. Si dice, infatti, che non è salutare riposare o dormire all’ombra di un noce e che se radici penetrano nelle stalle facciano deperire il bestiame.
Ma si sa, i simbolismi son doppi, e il frutto dell’albero è simbolo di rigenerazione, come racconta una leggenda slava sul diluvio, che narra di come le persone destinate a ripopolare il mondo si salvarono grazie ad un guscio di noce. Era usanza anticamente far piovere noci sugli sposi perché si consideravano ben augurali. Nelle favole il noce è sempre foriero di tesori o oggetti fiabeschi, e se si trova una noce divisa in tre setti, essa viene considerata portafortuna.

Il noce comune nelle case italiane

Dal Medioevo fino alla seconda guerra mondiale, il noce segnalava la presenza di una casa. Nelle campagne di tutta Italia non mancava mai: forniva legna da ardere ma anche legname per mobili; regalava una refrigerante ombra estiva e donava i frutti; infine, con i gusci vuoti, si accendeva il fuoco nel focolare. Veniva piantato d’abitudine tutte le volte che nasceva una figlia: tagliandolo al momento del matrimonio e vendendone il legno, se ne ricavava la dote per la ragazza.

Il frutto

Quando le noci arrivano a maturazione (il periodo di raccolta è l’autunno), il mallo si secca lasciandole cadere in terra. Prima di metterle in commercio il mallo viene eliminato, liberando la noce completa del suo guscio. Le noci sono formate da un guscio legnoso, l’endocarpo, che racchiude il seme commestibile chiamato gheriglio. I gherigli di noce sono ricoperti da una pellicina che è opportuno eliminare quando la noce è fresca, in quanto ha un sapore leggermente amaro.

Proprietà delle noci

La noce è un alimento molto salutare, basta pensare all’alto contenuto di acidi grassi omega 3 e omega 6, importanti per la salute cardiovascolare.
Tra le proprietà delle noci, quella più importante è sicuramente quello di riuscire ad abbassare i livelli di colesterolo e quindi di limitare i rischi di malattie cardiovascolari. Questo grazie all’acido linoleico, sostanza in grado anche di rafforzare unghie e capelli e di ridurre i fastidiosi disturbi della sindrome premestruale. Sono ricche di sali minerali (soprattutto zinco, calcio e magnesio), di proteine, di vitamine del gruppo B e della vitamina E, la quale risulta un potente antiossidante. Un frutto autunnale che si adatta perfettamente all’esigenza del corpo di assumere le giuste energie e sostanze nutritive per affrontare al meglio il cambio di stagione. La dose giornaliera consigliata è di circa 6-7 noci al giorno.

Il noce in cucina

Dalle noci si ricava un olio che si conserva per periodi brevi, 3-4 mesi, in quanto rischia di irrancidirsi facilmente. Per chi non lo sapesse, le foglie dell’albero del noce sono commestibili e spesso vengono usate per la stagionatura di alcuni tipi di formaggi come il pecorino.
Quando sono ancora verdi, a san Giovanni, si usano per fare il famoso liquore nocino.

Le noci, ridotte in granella o a farina, possono essere inserite in varie ricette sia dolci che salate, come pane, biscotti e torte oppure insalate, salse e pesti, oppure per accompagnamento a diverse pietanze come formaggi.

Ricette con le noci

Con un robot da cucina in pochi secondi si ottiene facilmente una farina senza glutine a partire dai gherigli delle noci secche, che può essere associata a farine glutinose come la farina di farro, oppure con altre farine senza glutine, come quella di grano saraceno, che ben si sposa con tutta la frutta secca in generale.
Per i dolci preparati con farine in cui è assente il glutine vi consigliamo di usare le uova che faranno da legante nell’impasto, oppure un sostituito vegetale.
Non c’è nulla di meglio per condire la pasta con una buona e sana salsa alle noci. Basta tritare una bella manciata di gherigli di noci con del pecorino secco, un pezzetto di aglio, e della mollica di pane ammollata nel latte (anche vegetale). Infine va aggiunto dell’olio extravergine d’oliva, in base ai vostri gusti, sale e noce moscata. Tra gli alimenti con cui si sposano meglio le noci ci sono sicuramente i formaggi: possiamo suggerirvi il caprino, servito su un tagliere insieme a miele e noci, costituiranno un buon antipasto che potrete completare con un’insalata di pere kaiser, ravanelli, carote, e finocchi, tutto tagliato sottilmente e condito con sale e olio extravergine.

Il nocciolo

Il nocciolo

Il Nocciòlo (Corylus avellana L., 1753) è un albero da frutto appartenente alla famiglia Betulaceae. Il nome del genere deriva dal greco κόρυς = elmo, oppure da kurl, il nome celtico della pianta, mentre l’epiteto specifico deriva da Avella, comune in provincia di...

leggi tutto
Il ciliegio

Il ciliegio

Il ciliegio Prunus avium chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvatico è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, originario dell’Europa e in alcune zone montane fredde dell’ Asia minore. In Italia è presente naturalmente dalle zone...

leggi tutto
Il Cachi e i suoi effetti benefici

Il Cachi e i suoi effetti benefici

Nome scientifico: Diospyros kakiClassificazione superiore: DiospyrosCategoria tassonomica: SpecieSpecie: D. kakiRegno: PlantaeClasse: Magnoliopsida Cachi o kaki è un albero da frutto: una angiosperma dicotiledone, appartenente alla famiglia delle Ebenacee e al genere...

leggi tutto