Il ciliegio

Il ciliegio Prunus avium chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvatico è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, originario dell’Europa e in alcune zone montane fredde dell’ Asia minore. In Italia è presente naturalmente dalle zone altocollinari sino a quelle montuose, talvolta al confine della zona tipica delle latifoglie, presentando una buona resistenza al freddo. Assieme al Prunus cerasus esso è una delle due specie di ciliegio selvatico che sono all’origine delle varietà di ciliegio coltivato che produce tipologie di ciliegie che vanno dal Graffione bianco piemontese, al Durone nero di Vignola, la Bigareau di Conversano e la Ciliegia Ferrovia in Terra di Bari.
Si tratta di un albero, caducifoglie e latifoglie, che cresce dai 15 ai 32 m di altezza. Gli alberi giovani mostrano una forte dominanza apicale con un tronco dritto e una corona conica simmetrica, che diviene arrotondata ed irregolare negli alberi più vecchi. Vive circa 100 anni ed è molto esigente di luce.

Le parti dell’albero

La corteccia è levigata porpora-marrone con prominenti lentielle orizzontali grigio-marrone negli alberi giovani, che diventano scure più spesse e fessurate negli alberi più vecchi.
Le foglie sono alternate, ovoidali acute semplici, glabre di un verde pallido o brillante nella parte superiore, che varia finemente nella parte inferiore, hanno un margine serrato e una punta acuminata, con un piccioloche porta da due a cinque piccole ghiandole rosse. Anche la punta di ogni foglia porta delle ghiandole rosse. In autunno le foglie diventano arancioni, rosa o rosse prima di cadere.
I fiori bianchi peduncolati sono disposti in corimbi di due-sei assieme, con cinque petali bianchi, stami gialli, ed un ovario supero; i fiori sono ermafroditi e vengono impollinati dalle api. La fioritura ha luogo all’inizio della primavera contemporaneamente alla produzione di nuove foglie, generalmente avviene ad aprile.

Il frutto è una drupa carnosa (ciliegia), di un rosso brillante fino ad un viola scuro quando matura a inizio estate. Il frutto commestibile ha un gusto da dolce a seconda delle varietà, da mangiarsi fresco; esso contiene un singolo nocciolo, il seme. La maturazione si ha soprattutto in giugno.

Il legno del ciliegio

Il legno del ciliegio è di qualità ricercata per il valore commerciale, si tratta di un legno di colore bruno rosato da chiaro a giallastro, a volte usato per rimpiazzare legni preziosi. È ricercato dall’industria mobiliera, sia in tronchi che in travi (mobili e sedie di stile). Questa utilizzazione esige degli alberi di bella conformazione. L’importanza di questa domanda per la falegnameria marginalizza le altre utilizzazioni del legno (scultura, tornitura). Di norma si preferisce per l’utilizzo come legno commerciale le varietà botaniche, coltivate a tale scopo.

Il ciliegio offre un legno avente delle buone proprietà meccaniche (resistenza alla compressione, trazione o flessione) e di buon aspetto; tuttavia, presenta la facilità di seccaggio, e può essere talvolta fibroso. Per la coltivazione da legno la messa a dimora dei piccoli astoni (albero di uno-due anni) va effettuata in autunno-inverno. La raccolta, invece, si effettua a fine primavera-inizio inverno.

Originato dal ciliegio selvatico, il ciliegio dolce è coltivato per il frutto: ciliegia, che nei secoli è stato differenziato in moltissime varietà.

La simbologia del ciliegio

Il ciliegio ha suscitato simbolismi opposti: in Albania si usa bruciare rami di ciliegio nelle notti del 24-31 dicembre e 5 gennaio, che segnano il rinnovamento dell’anno, serbandone le ceneri per fecondare la vigna e in Francia si pone un ramo di ciliegio sull’uscio degli innamorati; mentre in Germania e Danimarca si dice che i demoni usino i vecchi ciliegi per nascondersi provocando malattie e disgrazie a chi si avvicina e nella tradizione inglese sognare dei ciliegi è presagio di sfortuna. In Italia si venera il santo delle ciliege Gerardo Tinotore, patrono di Monza. Si racconta che una sera di dicembre Gerardo volesse restare in duomo a pregare tutta la notte, ma gli ostiari non glielo permettevano così promise un cestello di ciliege. Quelli acconsentirono e in pieno inverno il mattino dopo donò un cestello di frutti maturi a ognuno.

Il fiore di ciliegio è diventato simbolo di bella creanza, cortesia. In Giappone lo è anche della grazia, integrità morale e modestia. In Cina ha ispirato il simbolo della bellezza femminile. Quanto al frutto matura nel segno dei gemelli e si dice “A maggio ciliegie per assaggio, a giugno ciliegie a pugno”. Attenzione all’ultima decade del mese perché poi il frutto potrebbe nascondere il gigetto o giovannino (san Giovanni 24/6).

Lo si considera anche un albero capace di guarire dalle malattie. I peduncoli in infuso svolgono azione diuretica.

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